Identificazioni visionarie
Girovagando nelle stanze dei musei ti accorgi che quello che hai davanti agli
occhi è qualcosa di vitale.
Da qui una riflessione sul rapporto tra opera d’arte e spettatore. Molto spesso colui che guarda
nell’opera si riflette ma anche si perde, nonostante si metta di fronte all’opera ben strutturato con le
sue conoscenze, le sue esperienze, le sue emozioni, a volte trova in essa qualcosa in cui perdersi, un io
che non è il suo io ma un’identità aperta, spesso ritroviamo noi stessi dopo esserci smarriti.
Da qui
l’idea che colui che guarda da senso all’opera: dalla relazione tra ciò che vede e ciò che questo gli
provoca si attua quell’esperienza di perdita che in realtà permette di conoscersi.
Allora se l’opera
viene vitalizzata da colui che guarda, allo stesso modo il visitatore guardando vive un’esperienza di
identificazione visionaria che in un modo o nell’altro può trasformarlo e cambiarlo.
Queste foto cercano di raccontare tutto questo su un piano metaforico e simbolico e in un linguaggio
estetico il più vicino possibile all’esperienza vissuta.